Perché Senigallia deve ricordare PIO IX

  1. Una esigenza storicaLa storia ha le sue leggi, i suoi itinerari, le sue scadenze: la storia nel concetto cristiano non è solo un susseguirsi di eventi, ma è un piano divino guidato da cause e valori assoluti, e trascendenti, portato avanti da uomini liberi e geniali, verso la costruzione di una città terrena ed una eterna.La Chiesa ha i suoi Santi, l’umanità ha i suoi eroi, I’Europa i suoi geni, l’Italia i suoi protagonisti, Senigallia i suoi grandi.In questi anni Senigallia ha ricordato con manifestazioni pubbliche e apposizione di lapidi: Fagnani, Mercatini, Marchetti, Puccini, Panzini, Mondolfo, Cattabeni, Arsilli, Baviera e tante altre figure civiche benemerite della comunità; ha ricordato anche alcuni ecclesiastici, come Ercolani, l’Antonelli, il Testaferrata e Papa Lambertini.Era giusto quindi ricordare Pio IX, un uomo primario per la città, un gigante del Risorgimento, un santo pastore per la Chiesa.La storia ha le sue esigenze, il suo cammino, le sue date: chi vive in questo disegno, ha bisogno di ricordare le guide e i maestri del suoi itinerario.
  2. Un atto di gratitudineQuesto fiore della cortesia e della carità dovrebbe sbocciare dalla comunità civile ed ecclesiale senigalliese, da Enti e singoli privati, da parrocchie e Associazioni, da sacerdoti e semplici fedeli.Quando Pio IX fondò a Senigallia lo Stabilimento Pio, vi erano a Senigallia una ventina di istituzioni Assistenziali, ma l’Opera Pia Mastai fu la più attesa, la più necessaria, la più importante e la più duratura. Centinaia di anziani, di malati, di ragazze, di operai, di lavoratori, di salariati, di agricoltori, di impiegati, hanno beneficiato della sua prospera e illuminata gestione.Le Parrocchie della Pace, S. Martino, delle Grazie sono state da lui istituite e dotate; il Porto, deve a lui la nuova Chiesa, e le opere pastorali annesse; il Capitolo e il Portone le loro munifiche prebende.Quasi tutti i sacerdoti della nostra Diocesi hanno fruito delle “Borse di studio” da lui fondate; e quanti altri ex-alunni del Seminario, già studenti di Liceo o di Teologia, e poi usciti per altra carriera, ora insegnanti, professionisti, ecc…. debbono a lui una parte determinante della loro formazione civica, morale ed intellettuale la gioventù studiosa e il Comune di Senigallia, specialmente in tempi ormai lontani, hanno goduto di ampi locali e finanziamenti con la istituzione del “Ginnasio Pio”: tempi lontani, ma da rimpiangere sempre, sia per la tristezza dei tempi moderni e per la incuria degli uomini, che hanno nullificato una preziosa eredità lasciata da Pio IX.A Senigallia, come a Roma, si potrebbe issare all’angolo di ogni via, uno stemma di Mastai Ferretti, con la scritta: “Munificentia Pii papae IX”.
  3. Una testimonianza ecclesiale

    Di Pio IX molti episodi dicono ben poco, come la fuga a Gaeta e il viaggio nello Stato Pontificio; la storia farà luce sulla sua benedizione data all’Italia e la scomunica a Vittorio Emanuele II, la concessione dello Statuto e il rifiuto delle Guarentigie; ma di Pio IX Pastore o Maestro, Sommo Pontefice e successore di Pietro, la coscienza ecclesiale avrà ricordi eterni, come la proclamazione dell’Immacolata, la promulgazione del Sillabo, la convocazione del Vaticano I, la definizione dell’infallibilità e del Primato Pontificio.Ricordando Pio IX, riaffermiamo il suo amore alla Chiesa, la rinascita della devozione al S. Cuore, cui consacrò il mondo nel 1870, la fiducia nell’Azione Cattolica da lui benedetta ed avviata nel 1868.Con Pio IX ricordiamo le 200 nuove diocesi, il Papa delle Missioni, il restauratore della gerarchia cattolica in Inghilterra ed Olanda, il difensore della Polonia, il Papa di Don Bosco e di cento altri fondatori di congregazioni religiose.Ricordare Pio IX, è una scelta ecclesiale, è rileggere le pagine più belle della S. Chiesa nel secolo classico dell’anticlericalismo, è uno stimolo alla fedeltà verso il Vicario di Cristo, fatto segno di oltraggio e derisione. L’omelia di Paolo VI il 5 marzo 1963, è il panegirico di un santo; se non ci fosse stato quell’inciso sulla necessità di una ulteriore periodo di decantazione, poteva essere il discorso della Beatificazione.Questo “amato da Dio” è della nostra terra; ricordar o, amarlo e pregarlo è quindi una esigenza storica, un segno di gratitudine, una testimonianza ecclesiale.QUASI UN MANIFESTO PER SENIGALLIAQuando Senigallia nel 1928 programmò solenni celebrazioni a Pio IX nel Cinquantenario della sua morte e pubblicò un ricco fascicolo commemorativo di 160 pagine, il Prof. emerito Sergio Zanotti, premise una calda introduzione e volgendosi a Senigallia le rivolse questa profetica perorazione: Senigallia!L’Uomo? Eccolo, I’Uomo. E’ quello che più ti appartiene, Senigallia. Tu gli hai dati i natali, e i “cari parenti e l’idioma”.Tu gli hai impressa quella sorridente serenità, quel pensoso senso di equilibrio, quella versatilità intellettuale, che sono caratteri tanto accetti della stirpe marchigiana. Bello della persona, dignitoso, senza durezza, affabile senza affettazione, arguto senza mordacità, sinceramente e ardentemente pio, Egli risorge dai ricordi, anzi dal cuore di quanti Lo conobbero, sprigionando ancora oggi da sé un fascino che è ripercussione e spiegazione insieme del fascino immenso che esercitò in vita.Il popolo romano Gli è ancora oggi devoto, come ieri; l’affetto e la venerazione verso Pio IX sono, presso quella gente, quasi una soave e sacra tradizione di famiglia. Pochi Pontefici sono stati al popolo tanto accetti quanto Pio IX; celebri come Lui non c’è, dall’età moderna ai dì nostri, altro che un ben diverso papa, benché umile e coraggioso anche Lui, marchigiano anche Lui, e degno, per l’altezza del pensiero e la vastità dell’opera, di esser ritratto da Michelangelo: Papa Sisto.

    Pio IX è il Pontefice del popolo. I suoi Successori non l’han cancellato dai cuori come l’azione vastissima di quattro insigni Pontefici non ha oscurata la gloria dell’azione Sua grande. E quali successori, i Suoi!

    Però ch’Egli era Santo. Santo è parola di cui, in genere, si abusa; ma Egli appar Santo davvero. Attendendo che la Chiesa dia, su questo punto, il Suo bramato giudizio, il popolo di Senigallia prega sperando che a questo suo vero Benefattore sia concessa la gloria più alta che a un uomo sia dato raggiungere, che consegue la vittoria più bella e insieme più ardua, dopo la lotta combattuta con le armi della luce. Quanto Egli abbia operato e pregato, quanto pianto e sofferto, attraverso quel Calvario sia giunto alla meta sospirata quali terrori, quali angosce, quali affanni mortali, gli abbiano oppresso il cuor buono; quali umiliazioni abbia sofferte, quanto bene compiuto, quanto male evitato; con quale prudenza e amore, con qual diligenza e giustizia abbia vegliato sul gregge cristiano affidato a Lui; come innocente e pura, come semplice e povera sia stata la Sua vita privata, queste e siffatte cose solo Iddio interamente conosce; ma anche quel poco che ne traspare agli uomini è tale che commuove ed esalta.

    Uomo di bella intelligenza e di mirabile virtù, figura storica di prim’ordine, Egli appare non grande, ma grandissimo a quanti sanno conoscere la grandezza vera; e però i senigalliesi gli fanno onore e di ciò fanno bene.

Mencucci A., “Pio IX e Senigallia”, Editrice Fortuna Fano, 1993, pp. 17-18

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