Una marcia per Papa Pio IX
Il senatore Andreotti con il dott. Girelli Presidente del Conservatorio musicale Rossini di Pesaro

"Carattere orecchiabile, facilmente intonabile e memorizzabile anche da un pubblico non musicista". Il giudizio è di Roberta Silvestrini, docente del Conservatorio di musica di Fermo e tra l'altro direttore della corale di Montignano. A cosa si riferisce? All'inno popolare dedicato a papa Pio IX da Gioachino Rossini, il grande compositore pesarese che volle dedicare questa composizione al pontefice senigalliese. La partitura dell'inno è stata donata al museo Pio IX dal senatore Giulio Andreotti quando, all'inizio dello scorso luglio, venne a Senigallia a parlare di papa Mastai Ferretti di cui lui, il parlamentare certamente più popolare e controverso d'Italia, è tra i più attenti conoscitori.

"Innanzitutto c'è da dire che la partitura in questione è una riduzione per canto e pianoforte" dice Roberta Silvestrini "La struttura della composizione però fa pensare che per la sua esecuzione sia più adatta una formazione strumentale abbastanza numerosa. Il brano infatti è costruito sotto forma di marcia, perché in questa maniera meglio si adatta ad accompagnare il passo dei fedeli".

Una caratteristica che Rossini evidentemente ha sottolineato proprio pensando alla figura e al ruolo di papa Pio IX, che in quel momento oltre che capo della Chiesa era anche capo dello Stato pontificio. "La scelta della melodia semplice" osserva ancora la direttrice della corale di Montignano "caratterizzata da pochi elementi costruttivi, basata su alcuni intervalli facili è dettata proprio dalla volontà di avvicinare il grande pubblico alla celebrazione del papa". Aspetti che sono aderenti al tempo in cui Rossini mise mano all'inno, che poi inviò al pontefice chiedendogli l'autorizzazione a far cantare le donne, per le parti che fino a quel momento, nelle celebrazioni liturgiche, venivano affidate alle voci bianche. Pio IX, come ricordò il senatore Adreotti durante l'incontro di luglio, rispose che non era il caso di cambiare una tradizione della Chiesa, com'era quella del tempo che alle donne affidava ruoli marginali,

Nell'inno dedicato a papa Mastai, non mancano comunque i segni della vena creativa di Gioachino Rossini. "La dinamica e il colore sono propri di Rossini" ricorda Roberta Silvestrini "al piano si contrappongono i forti, l'uso del crescendo viene utilizzato sia aumentando l'intensità, che con le entrate progressive di voci e strumenti".

Insomma, una composizione semplice, popolare, che potrebbe essere proposta anche ai senigalliesi. Su questo abbiamo interpellato anche il dott. Giorgio Girelli, presidente del Conservatorio "Rossini" di Pesaro. "Da parte nostra c'è la massima disponibilità" ci ha detto "Tra l'altro il corpo docente del nostro Conservatorio può contare su ottimi insegnanti, che sono originari o vivono nel senigalliese. Credo che la loro disponibilità, se ci fosse l'intenzione di giungere ad una esecuzione pubblica della composizione rossiniana, non mancherà, specialmente per la parte strumentale". Opportunità che non andrebbe dispersa e che potrebbe costituire un momento importante, soprattutto dal punto di vista culturale.


OLIVERI V. - Corriere Adriatico - 27 Agosto 2000 - pag. 34